La Mostra ricorda Luigi Comencini e Ousmane Sembène

La 64. Mostra Internazionale d?Arte Cinematografica, diretta da Marco Müller e organizzata dalla Fondazione la Biennale di Venezia presieduta da Davide Croff, omaggerà due registi scomparsi quest?anno, grandi protagonisti della storia del Lido: Luigi Comencini, uno degli autori più significativi del rinnovamento del cinema italiano, e Ousmane Sembène, padre del cinema africano e capofila del nuovo cinema internazionale.

Il 29 agosto in Sala Volpi sarà proiettato il film Manda bi ? Le Mandat (Senegal, 90?, 1968), il primo lungometraggio a colori di Ousmane Sembène che fu presentato proprio alla Mostra di Venezia nel 1968. Tratto dal suo breve romanzo omonimo, il film è una satira tagliente della società africana ai tempi dell?indipendenza divisa fra tradizioni patriarcali antiquate e una burocrazia negligente, rapace e inefficiente. Il vaglia inviato alla famiglia in Dakar da un nipote emigrato a Parigi, una somma modesta che a causa di mille impedimenti amministrativi il destinatario non riuscirà mai a toccare, diventa il simbolo della vergogna e del fallimento, un ritratto impietoso della nuova borghesia africana.

Il pioniere del cinema africano, Ousmane Sembène, spentosi a Dakar il 10 giugno 2007 all?età di 84 anni, è considerato tra i massimi autori e cineasti della cultura africana, noto per l?impronta sociale che ha caratterizzato la sua intera carriera artistica. Così infatti egli definiva il proprio ruolo: "L’artista deve, in molti sensi, essere la bocca e le orecchie della sua gente. Nel senso moderno, questo corrisponde al ruolo del griot nella cultura africana tradizionale. L’artista è come uno specchio. Il suo lavoro riflette e sintetizza i problemi, le lotte e le speranze della sua gente ". Poeta, scrittore e regista, approda una prima volta alla 29. Mostra di Venezia nel 1968 con il film Manda bi. L?anno successivo è ancora al Lido con due cortometraggi presentati nella Sezione Rassegna del cinema africano: Borom Sarret e Nyaye. Dopo quasi vent?anni,  Sembène tornerà a Venezia con Camp de Thiaroye (Campo di Thiaroye, 1987), che vince il Gran Premio Speciale per la Giuria nel 1988, e nel 1992 con Guelwaar (1992), cui viene conferita la medaglia d?oro del Presidente del Senato.

Il 7 settembre avrà luogo in Sala Grande un Evento Comencini e sarà proiettato il cortometraggio inedito L?ospedale del delitto (Italia, 12?, 1950), documentario girato da Luigi Comencini, che esplora la realtà del Manicomio giudiziario di Aversa, in pieni anni ’50, con un punto di vista critico modernissimo, che anticipa temi basagliani. L’occhio di Comencini è anche in questa occasione portatore di conoscenza e di emozione: lucido nell’indagine e partecipe umanamente. La proiezione sarà preceduta dalla lettura, da parte di Paola, Cristina e Francesca Comencini, di brevi estratti dai testi di critica della cultura di Luigi Comencini, recentemente ripubblicati, in concomitanza con la 43. Mostra Internazionale del Cinema di Pesaro.

Nella lunga carriera di Luigi Comencini, scomparso lo scorso 6 aprile, sono state diverse le occasioni di incontro con la Mostra Internazionale d?Arte Cinematografica di Venezia. Nel 1946 partecipa alla Manifestazione Internazionale d?Arte Cinematografica con il cortometraggio Bambini in città. Nella 11. Mostra Internazionale d?Arte Cinematografica del 1950 il lungometraggio Proibito Rubare partecipa alla Sezione I Mostra Mercato Internazionale del Film. Nel 1954 con Heidi è a Venezia nella Sezione V Mostra Internazionale Film per Ragazzi. Nel 1981 è membro della Giuria della Mostra Internazionale del Cinema. Nel 1986 è alla 43. Mostra Internazionale del Cinema con il film fuori concorso La Storia. Nel 1987, anno in cui riceve il Leone d?Oro alla carriera, partecipa alla 44. Mostra Internazionale del Cinema con il lungometraggio Un ragazzo di Calabria.