Dar forma alla città futura: confini e connessioni

A cura di Guido Martinotti

Teatro alle Tese, Venezia

6 settembre 2006

Dar forma alla città futura implica attori, strumenti e azioni. Questo processo riguarda anche politici, politiche e governo, o, come si usa dire, la Governance, un termine diffuso anche se non esente da critiche. Il primo di una serie di workshop, che integrano la rassegna Città. Architettura e società, prenderà in esame questi temi cruciali in una forma semplice e chiara, invitando gli stessi attori, ossia i sindaci delle più importanti città del mondo, a presentare il modo in cui danno forma, fisica e sociale, al futuro delle loro città e i modi in cui la società urbana si dà forma mediante l?azione economica diretta e i meccanismi dello scambio di potere (come consenso e pressioni) in ambito politico. A tal fine il workshop prevede la partecipazione di alcuni importanti urbanisti che rifletteranno sui diversi percorsi di queste città in un contesto globale, geo-politico ed economico per offrire una base al dibattito sul futuro delle città.

Uno dei più importanti mutamenti strutturali in corso è il progressivo affievolirsi dei confini. Le città, così come altre organizzazioni politiche, sono state tradizionalmente definite in base ai loro confini, fra cui anche mura massicce, possenti bastioni, profondi fossati o imponenti fronti del porto, che a loro volta definivano i legami sociali tra i suoi cittadini e gli altri residenti. Questa concezione di gruppi sociali caratterizzati da un preciso confine esterno è profondamente radicata nel pensiero sociale e politico. A partire però dalla fine del diciannovesimo secolo e, sempre più, nel corso del ventesimo, i confini sono diventati più deboli. Questo processo è evidente in molte parti del mondo in cui la forma urbana ha assunto l?aspetto di una meta-città senza confini, una ?città oltre la città?. Ma dei confini esistono ancora e producono potenti effetti: le circoscrizioni politiche sono ancora basate su distretti elettorali definiti territorialmente, mentre le città disegnano accuratamente nuovi piani regolatori che prevedono il sovrapporsi agli antichi di nuovi confini, rafforzati da nuove mura, nuovi fossati e nuovi recinti. Le popolazioni, costituite da individui e prive di razionalità collettiva, si infrangono ripetutamente sui confini o ci scavano sotto, ondate irrefrenabili di individui ostinati. Ma anche quando non ci sono barriere materiali a segnare i confini della città e della società, ve ne sono altre invisibili, difficili da oltrepassare, come una lastra di cristallo o la barriera del suono che si materializza nel momento in cui si tenta di superarla. Il nostro mondo urbano è sottilmente avvolto in un complesso labirinto di reti visibili e invisibili.

L?altro principale cambiamento strutturale riguarda la natura mutevole non del recinto attorno a noi, ma della rete umana di connessioni che lega gli individui e i gruppi. Le città sono sempre state il luogo nel quale la solidarietà era rafforzata dalla vicinanza. Grandezza, densità ed eterogeneità sono stati i segni della vita urbana, ma oggi questi legami si dissolvono sulla veloce onda dei flussi dei bytes. Il più grande e profondo cambiamento strutturale nel processo politico ha già avuto luogo con la diffusione dei mass media e la loro intrusione nella politica. E il fatto che grazie ai media arrivano direttamente a casa informazioni (e anche controllo e influenza), come l?acqua o l?elettricità, risucchia l?agorà pubblica nel nostro tinello. Il villaggio diventa globale, ma perde parte della sua fisicità. Così come la teoria politica e la pratica amministrativa sono passate da Government a Governance, cioè, in breve, a un?attività di governo più interattiva e meno gerarchica, la nuova metropoli richiede un passaggio dall?eGovernement all?eGovernance, cioè a un?attività di governo più interattiva e meno legata allo spazio. Le città infatti passano sempre più da spazi a flussi, e sono completamente immerse nello sviluppo di una fitta rete di comunicazioni planetarie.

Per discutere questi temi il workshop Dar forma alla città futura prevede la partecipazione dei sindaci e dei leader al governo delle città di Barcellona, Caracas, San Paolo, Londra, Tokyo, Bogotá, Torino e di altre città di ogni parte del mondo rappresentate alla rassegna Città. Architettura e società, le relazioni di noti esperti delle nuove città globali, come Saskia Sassen, e dei dibattiti guidati da Richard Sennett, Gerald Frug, Guido Martinotti e Enrique Peñalosa.

Organizzazione

La Biennale di Venezia

Keynote speaker

Saskia Sassen

Moderatori

Richard Sennett

Gerald Frug

Guido Martinotti

Enrique Peñalosa

Segreteria scientifica

Marxiano Melotti

Partecipazione ad invito